PERUGIA (mercoledì 19 febbraio 2025) — Era stato condannato per minacce aggravate dall’uso di un’arma, utilizzata anche nell’effettivo, tramite l’esplosione di alcuni colpi in aria. Il giudice dimentica però di disporre il sequestro della stessa.
di Giuseppe Patti
L’imputato, denunciato per aver minacciato con l’uso di una pistola e di aver esploso dei colpi in aria, aveva patteggiato, ricevendo una condanna di 1 anno e 10 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa da 1.200 euro, per i reati di minacce aggravate, esplosione di colpi da arma da fuoco e violazione delle norme sull’importazione e acquisto di armi.
Il giudice, come si legge su una nota, aveva però omesso: “di pronunciarsi sull’arma sottoposta a sequestro, costituita da una pistola Sig Sauer P320”. Il procuratore della Repubblica presso la Corte d’appello, Sergio Sottani, aveva dunque proposto un ricorso in Cassazione, chiedendo l’annullamento della sentenza nella parte in cui non è stata disposta la confisca obbligatoria dell’arma sottoposta a sequestro.
La Cassazione ha però ritenuto infondato il ricorso: “La confisca delle armi e di ogni altro oggetto atto ad offendere, deve essere sempre disposta, costituendo tale provvedimento una misura di sicurezza patrimoniale obbligatoria, allo scopo di evitarne il successivo reimpiego. La confisca ha una funzione preventiva, essendo finalizzata a impedire la circolazione illegale delle armi, in ragione delle caratteristiche intrinseche di pericolosità di tali beni, con la conseguenza che tale misura deve applicarsi a fronte di qualsiasi statuizione che implichi l’accertamento della sussistenza di fattispecie penali, che hanno per oggetto armi”.
Last modified: Febbraio 19, 2025