PERUGIA (mercoledì 26 febbraio 2025) — Una coppia di finti latifondisti ha fatto spuntare documenti falsi per provare di possedere diversi appezzamenti di terreno, una volta accreditati i fondi pubblici, sono stati subito fatti sparire.
di Giuseppe Patti
Un’azienda agricola avrebbe falsamente dichiarato di possedere e affittare terreni per ottenere maggiori contributi europei destinati all’agricoltura. In realtà, i terreni in questione non erano nella disponibilità dell’azienda, ma risultavano formalmente acquistati o affittati, a volte persino a se stessi. Questo meccanismo ha fatto scattare l’accusa di truffa aggravata ai danni della Comunità europea.
Gli imputati sono un uomo di 72 anni e una donna di 62, difesi dagli avvocati Claudio Cimato e Vincenzo Lucattelli. Secondo l’accusa, i due avrebbero agito in concorso: l’uomo presentando le domande e le schede di valutazione, la donna utilizzando le carte di pagamento su cui venivano accreditati i fondi. Nonostante la risoluzione di un contratto di compravendita del 1990, avrebbero continuato a dichiarare falsamente di avere diritto ai contributi Agea, procurandosi così un profitto di oltre 33.000 euro.
L’uomo è accusato anche di falso, per aver dichiarato tra il 2017 e il 2021 di possedere ettari di terreno ammissibili ai fondi europei senza averne un titolo valido. Le domande includevano schede di validazione che attestavano una situazione aziendale non corrispondente alla realtà. Ora i due dovranno affrontare il processo.
Last modified: Febbraio 26, 2025