PERUGIA (mercoledì 5 marzo 2025) — Aveva dato fuoco ad un locale solamente perché il proprietario non voleva venderglielo, in appello è arrivata la prescrizione per il reato di incendio doloso.
di Giuseppe Patti
Un locale dato alle fiamme per un mancato accordo di vendita, ma in appello il reato viene dichiarato prescritto. Gli imputati, coinvolti in un acceso contenzioso, avevano manifestato risentimento verso i proprietari dell’esercizio commerciale, colpevoli ai loro occhi di non aver perfezionato la cessione del pub a una società a loro riconducibile, nonostante trattative condotte con modalità discutibili.
Gli elementi raccolti durante le indagini risultavano gravi e concordanti. Pochi minuti dopo l’incendio, gli accusati vennero trovati nella loro abitazione con un’auto ancora calda e un tappetino impregnato di odore di benzina. Inoltre, quasi alle quattro del mattino, avevano avviato una lavatrice, presumibilmente per eliminare tracce sui vestiti. Nei giorni precedenti il rogo, avevano esercitato pressioni sulle vittime per ottenere la restituzione della caparra, utilizzando espressioni che, pur non configurando estorsione, lasciavano intendere chiaramente il movente.
Nonostante questi elementi, la Corte d’Appello di Perugia ha dovuto pronunciare una decisione liberatoria per intervenuta prescrizione, pur riconoscendo che la condanna di primo grado si basava su prove solide. La Cassazione, infatti, stabilisce che solo l’assoluta assenza di prove o la dimostrazione certa dell’innocenza può prevalere sulla prescrizione, mentre nel caso in questione gli indizi risultavano rilevanti e coerenti nel delineare la responsabilità degli imputati.
Last modified: Marzo 5, 2025