PERUGIA (venerdì 7 marzo 2025) — Non è passata la proposta regionale per l’edilizia popolare, parità nel voto dei sindaci.
di Giuseppe Patti
La riforma dell’edilizia residenziale sociale in Umbria ha scatenato un acceso dibattito nel Consiglio delle Autonomie Locali, sfociando quasi in uno scontro politico. La proposta, approvata in via preliminare dalla Giunta regionale, mira a modificare la legge regionale 23/2003 introducendo cambiamenti significativi, tra cui l’eliminazione del requisito di residenza quinquennale, il divieto di possedere immobili all’estero e l’obbligo di incensuratezza per tutti i membri del nucleo familiare.
Secondo alcuni sindaci, chiamati ad applicare le nuove norme, la riforma presenta criticità tali da respingerne il testo. Il voto in assemblea si è concluso con 14 favorevoli e 14 contrari, determinando la mancata approvazione della proposta, come previsto dal regolamento in caso di parità. Il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Erigo Pecci, ha sottolineato che il dibattito ha evidenziato posizioni fortemente contrapposte, ma la parità non equivale a un rifiuto unanime della riforma.
L’assessore regionale Fabio Barcaioli ha difeso il provvedimento, sostenendo che l’obiettivo è garantire equità e trasparenza nell’assegnazione degli alloggi popolari, eliminando requisiti incostituzionali o difficilmente verificabili. Ha inoltre ribadito il sostegno compatto della maggioranza e dei cittadini, criticando l’opposizione per strumentalizzazioni politiche.
Nel frattempo, la Lega ha colto l’occasione per attaccare la riforma, ignorando il contesto complessivo. “La propaganda non costruisce case, la buona amministrazione sì”, ha concluso Barcaioli.
Last modified: Marzo 7, 2025