Perugia (venerdì, 11 aprile 2025) — Un uomo si spacciava per infermiere e lavorava all’interno di una clinica. Aveva fornito dei documenti falsi, adesso arriva anche la condanna.
di Giuseppe Patti
Un uomo di 67 anni è stato condannato a otto mesi di reclusione e a una multa di 10.000 euro per esercizio abusivo della professione infermieristica e falsificazione di documenti. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe ottenuto un impiego in una clinica privata presentando un attestato falsificato, che aveva consegnato sia all’azienda sanitaria sia all’Ordine professionale, nel tentativo di sanare la propria posizione. Il certificato, ritenuto contraffatto, sarebbe stato acquistato attraverso canali illegali.
La vicenda giudiziaria ha visto l’uomo condannato sia in primo grado che in appello. In seguito, ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo l’insufficienza della motivazione della sentenza e l’assenza di prove concrete per dimostrare l’esercizio abusivo della professione. Ha inoltre sostenuto che il reato sarebbe da considerarsi prescritto, essendo stato commesso nel 2015, quando cercò di regolarizzare la propria posizione lavorativa presentando il documento falso.
Tuttavia, la Suprema Corte ha stabilito che la prescrizione del reato è intervenuta solo il 20 aprile 2023, ovvero dopo la sentenza d’appello. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. L’uomo è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e a un’ulteriore sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.
Last modified: Aprile 11, 2025