Foligno (venerdì, 18 aprile 2025) — Avevano occupato una casa popolare senza permesso, zia e nipote perdono il diritto alla stessa, così come la madre.
di Giuseppe Patti
Una cittadina di Foligno ha deciso di rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria, contestando al Comune e all’Ater la decisione di revocare l’assegnazione dell’alloggio popolare in cui viveva. Assistita dall’avvocato Francesco Vannicelli, la donna ha chiesto l’annullamento del provvedimento che le intimava di lasciare l’abitazione entro 30 giorni, restituendo le chiavi e liberando l’immobile da persone e beni.
Alla base della decadenza dal diritto, l’accertamento che figlia e nipote – inizialmente parte del nucleo familiare – avessero occupato, senza titolo, un altro alloggio popolare nelle vicinanze. Secondo il Comune, rappresentato dagli avvocati Alessandra Cecconi e Salvatore Prestipino, ciò ha fatto venir meno i requisiti per l’assegnazione. La difesa della donna ha però sostenuto che al momento del controllo le due donne non risiedevano più con la madre, e non vi era obbligo per la ricorrente di comunicarne l’uscita dal nucleo familiare. Si contesta inoltre che un’eventuale omissione della variazione anagrafica ricada sulla madre.
I giudici amministrativi hanno ritenuto il ricorso inammissibile, affermando che la questione non rientra nella competenza del TAR, trattandosi di un diritto soggettivo. La causa dovrà quindi essere riproposta al giudice ordinario, competente a valutare l’eventuale illegittimità della decadenza.
Last modified: Aprile 18, 2025