Perugia (giovedì, 24 aprile 2025) — Blocca l’adozione della sorellastra perché non vuole perdere la sua quota di eredità, la giustizia gli dà torto.
di Giuseppe Patti
Una battaglia legale per motivi ereditari è finita davanti ai giudici perugini, dove un uomo ha cercato di opporsi all’adozione, da parte del padre, di una figlia biologica mai riconosciuta prima. Temendo una riduzione della propria quota ereditaria, il fratello – anch’egli figlio biologico, ma già riconosciuto – ha presentato ricorso per bloccare il procedimento di adozione.
Il Tribunale civile e, successivamente, la Corte d’appello di Perugia hanno però respinto la sua opposizione. Secondo i giudici, l’articolo 297 del codice civile, al secondo comma, consente di superare il dissenso espresso da altri figli maggiorenni non conviventi, qualora esso risulti immotivato o in contrasto con l’interesse dell’adottando. In questo caso, il rifiuto era basato esclusivamente su motivazioni economiche, ritenute insufficienti per negare un diritto di natura personale e affettiva.
La Corte ha sottolineato che l’adozione produce sì effetti successori, ampliando il numero di legittimari e incidendo sulla quota disponibile, ma che ciò non può prevalere sul diritto dell’adottante a formalizzare un legame affettivo costruito nel tempo. Tale diritto, spiegano i giudici, ha rilievo costituzionale e trova tutela anche a livello internazionale.
In definitiva, la giustizia ha dato il via libera all’adozione, affermando che l’interesse affettivo e personale supera le considerazioni patrimoniali, ritenute non sufficientemente fondate per bloccare il riconoscimento del rapporto tra padre e figlia.
Last modified: Aprile 24, 2025