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Perugia, torna dal Kosovo e si ammala per l’uranio impoverito: entra tra le vittime del dovere

PERUGIA (giovedì 23 gennaio 2025) – Era stato mandato nel Kosovo per una missione militare, ma al rientro si era ammalato a causa dell’uranio impoverito respirato: la Corte d’appello di Perugia lo inserisce tra le vittime del dovere.

di Giuseppe Patti

La vita del militare, si sa, è complicata. Specialmente per quelli che partecipano a missioni all’esterno, come è capitato ad un militare umbro. Mandato in Kosovo per una missione, era stato nei luoghi dove vengono utilizzati ordigni e proiettili all’uranio impoverito, una volta tornato in Italia si era dunque ammalato.

La Corte d’appello di Perugia, applicando le norme legislative, gli ha riconosciuto lo status di vittima del dovere. Il verdetto dei giudici: “Ne consegue che colui che afferma il diritto a vedersi riconoscere soggetto equiparato alle vittime del dovere ed in forza di ciò a pretendere le prestazioni assistenziali riconosciute a tali categorie di persone dal legislatore, deve provare esclusivamente i fatti e cioè di essersi trovato in uno degli ambienti selezionati dal legislatore nel quale si è verificato l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito con conseguente dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte da esplosione di materiale bellico”.

In questo specifico caso dunque: “Si tratta, all’evidenza, di condizioni non ordinarie perché conseguenti ad un peculiare fattore inquinante, che fanno presumere la dipendenza della patologia denunciata dall’esposizione, incombendo all’amministrazione dimostrare l’efficacia causale esclusiva di fattori patogeni extralavorativi idonei a superare la presunzione legale di eziologia professionale”. Il tutto è stato confermato dai documenti ed il militare è stato inserito tra le vittime del dovere.

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Last modified: Gennaio 23, 2025
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